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Tutto chiede salvezza (Daniele Mencarelli)

Aggiornamento: 16 giu 2021




Ho un rapporto travagliato con questo autore da quando lo scorso inverno, sotto Natale, ho provato per la prima volta a leggere La casa degli sguardi.

"Ho provato" e non ci sono riuscita, cosa ben strana dato che no lascio tregua ai libri fino all'ultima pagina, mi piacciano o meno. Tuttavia La casa degli sguardi richiamava troppo dolore per qualcuno che in pochi anni ha visto tanti cari andarsene per malattie senza appello, senza senso.

Quando pochi mesi dopo Franca, la mia inseparabile libraia, mi ha messo sotto il naso il suo ultimo lavoro Tutto chiede salvezza, mi si è ritorto lo stomaco.

Ma chi sono io per negare a Franca una lettura?

Non oso.

E così mi sono tuffata.

Partiamo col dire che questi non sono romanzi di fantasia, sono cronaca di vita vissuta. Daniele scrive in prima persona della sua vita in compagnia di un disagio a cui la medicina non riesce a dare nome ne fattezze definite. Una sera la sua pena lo porta ad un attacco di rabbia tale da devastare la casa dei genitori con cui vive. Il padre, vedendolo in quello stato, è colto da malore. A Daniele viene quindi praticato un TSO e si risveglia nel reparto psichiatrico dell'ospedale con la prospettiva di una settimana di ricovero obbligatorio.

Daniele però non è solo in questo percorso, ha 5 compagni di stanza con vite altrettanto dolorose sulle spalle. Dapprima diffidente, Daniele stringerà con loro un'alleanza, un'amicizia vera e sincera. Fra passeggiate nei corridoi afosi e colloqui con medici e infermieri, Daniele ci trasporta in un animo fatto di estremi su cui muoversi come funamboli. Tanto compassionevole da chiedere salvezza, salvezza per tutti dal dolore, dalla malattia, da una vita vuota eppure tanto oscuro da lasciarsi andare alla rabbia più cupa.

Tutto chiede salvezza è un viaggio in un mondo che pensiamo essere lontano eppure ci accorgiamo in fretta di possedere quegli stessi estremi dentro di noi, ben nascosti agli occhi del mondo.


Voto 10


Un + perchè: E fosse solo uno... candidato al premio Strega lo davo per vincitore fatto e finito, invece il premio è andato al Colibrì di Veronesi. Non dico tanto ma dare un ex equo? Tanto in un anno di pandemie e abitudini infrante ci possiamo permettere una follia no?

Altro + alla casa editrice. L'immagine di copertina è un'opera d'arte, il titolo potentissimo, la prima di copertina dritta al punto. Si può pretendere di più?

Un - : ma va là, che - vuoi mettere.


By the way, questo libro mi ha convinta a ritentare la lettura della Casa degli sguardi. Ci vediamo presto con la recensione

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