Allora, eccoci con un altro libro che avrei bellamente ignorato se non fosse stato per la mia libraia (Santa Franca!). No...non fatevi ingannare dalla copertina, da quella balaustra di legno scheggiato che fa tanto campo di concentramento, qui la fuga dall'olocausto non c'entra, partiamo da qualche anno più in là. Viola Ardone ci porta nell’Italia del dopoguerra, dove la questione meridionale si fa evidente e la miseria delle grandi città colpisce i più deboli, tra cui i bambini.
Amerigo è un bimbo che è cresciuto in fretta ed è costretto a vivere alla giornata in una Napoli tanto bella quanto stremata. Nonostante la tenera età ha conosciuto la fame, il lavoro e una madre tanto occupata a sopravvivere da non riuiscire a dimostrare altra forma di affetto.
E' così che grazie ad un’iniziativa del PCI, Amerigo assieme a tanti altri bambini prende un treno per trascorrere alcuni mesi al nord, presso una famiglia affidataria in grado di accudirlo. Fermi, so già cosa state pensando: "Ecco! adesso lo mettono a spezzarsi la schiena in un campo di patate e a dormire in mezzo ai buoi", e invece no. Amerigo troverà una famiglia vera, una madre affidataria che lo amerà tanto quanto i figli biologici, un padre orgoglioso pronto a sostenere i suoi sogni e fratelli con cui intrecciare un legame al di la del sangue. Soprattutto imparerà a sognare, a sognare in grande come solo i bambini possono fare...tutto è bene quel che finisce bene? Non ve lo dico ma sappiate che il soggiorno è solo temporaneo e Amerigo dovrà far ritorno nel suo inferno. Riuscirà a sopravvivervi? A realizzare i propri sogni? Delle due famiglie che ne sarà?
Fra dialetti e atmosfere da piccolo mondo antico, con la schiettezza e l'innocenza tipica dei bambini, la Ardone ci porta a riflettere sul rapporto genitore-figlio, sulla resilienza, sull’orgoglio, sulla conquista della speranza, sulla solidarietà più vera. Un Romanzo storico con la R maiuscola, mai tanto attuale, Il treno dei bambini deve trovare posto nelle aule scolastiche.
Voto 7.5
Un + perché : in un tempo in cui arroganza e bullismo sono addirittura esaltati, la storia di Amerigo e dei suoi fratelli ci riportano al significato di umanità. Super consigliato ai ragazzi in età scolare.
Un - perché: la Ardone vuole trasportarci nell'inconsapevolezza dell'infanzia ma talvolta lo fa con troppa forza, i protagonisti in alcuni tratti rischiano di perdere spessore.
Un meno anche alla scelta della copertina che in accoppiata al titolo, richiama una deportazione verso i campi di concentramento. Mettiamoci pure che l'hanno pubblicato nell'intorno della giornata della memoria, assieme ad altre decine di saggi sul tema con cui competere...è un miracolo che non si sia perso del tutto. Ahimè, uno dei tanti libri meritevoli in cui il lettore è fuorviato da titolo e copertina.
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